Siamo tutti più fragili

Esiste tra noi un filo che ci lega sottile

è lo stesso che stringe tutta la terra

Un giorno siederemo insieme illimitati, mischiati e senza confini

Scioglieremo le matasse del cuore e parleremo di tutto

Perché nonostante i nostri tentativi di odio, indifferenza sottile

quel filo che ci lega resiste -Marianna Nusca-

Risolvi problemi e rispondi a quesiti degni di alti matematici, mentre ciò che ti si presenta come nuovo, ti crea ansia e timori sproporzionati.

Sei tentato continuamente dal bisogno di controllare te e gli altri per annullare l’idea di imprevisto? Credimi! Pre-vedere, pre-occuparti di un futuro che non sai se avverrà esattamente come lo hai previsto ti affatica e tenta di mettere sotto il cappello della razionalità anche tutto ciò che di razionale ha quasi nulla. Il controllo diventa il tuo obiettivo ma ti allontana dalla immersione nel reale, rischia di aumentare l’ansia che, a sua volta, ti fa perdere lucidità e accresce la tua insicurezza e la fragilità. Prevedere l’imprevisto, non lo esaurisce e ci sarà sempre altro imprevisto. Le dinamiche sono incontrollabili e le miriadi di variabili si sviluppano nel divenire.

Proust diceva: “Non possiamo possederci del tutto”.

Dietro ciò che hai immaginato con calcoli, con frenetiche elaborazioni tra cause ed effetti, ci sono emozioni, sentimenti che non potrai mai prevedere. E, se pure si realizzasse ciò che hai previsto, comunque non potresti conoscere la tua reazione emotiva dinanzi al dato reale che ti accade qui ed ora.

Saremo tutti un pò più fragili e diventeranno sempre più fragili i nostri figli se non smetteremo di proteggerli convincendoci che basta controllarli per salvarli da ogni situazione pericolosa.

La nostra fragilità ed ancora più quella della generazione di figli e nipoti non può dormire sonni tranquilli se non smetteremo di illuderli che basta essere informati per non mettere al mondo un figlio, di attraversare sulle strisce per non essere investito, di farsi accompagnare dal più caro amico alle tre di notte per sentirsi protetto…. Non basta sapere con chi esci e dove sei, a che ora torni, i miei e i tuoi programmi di domani, per essere tranquilli.

Allena invece la tua capacità di affrontare ciò che accade, fuori da ogni falsa aspettativa fondata sui pregiudizi, sul controllo, sulle conoscenze acquisite fino ad allora. Non può bastarti. Impegnati ad essere te stesso e non fidarti di ciò che appare che, se guardato con attenzione, forse ha altri colori, un pò più tetri da come lo immaginavi.

La tua fragilità potrebbe farti ignorare la realtà per paura di affrontarla. Non ti illudere di avere 400 amici perché hai 400 followers. Nè puoi pretendere che qualcuno ti scelga solo per ciò che pubblichi su TikTok. Quando un’occasione ti chiederà di fare una scelta di senso difficile che rivoluzionerebbe la tua vita, potrai essere da solo se ti sei limitato a essere presente sui social senza coltivare l’amicizia profonda con i colleghi, i contatti al bar, la famiglia.

Guarda negli occhi chi ti sta difronte anche se temi di trovare qualcosa che ti allarma. Sentiti capace nell’affrontare ciò che ti fa paura e vinci la tentazione di farlo rientrare nel tuo programma non come elemento che allarma ma come “normalità”.

Non sono le certezze che ti rendono forte quanto la capacità di accogliere le incertezze.

Le informazioni ti bombardano e, per coltivare te stessa, avrai bisogno di approfondimenti ed elaborazioni che i ritmi quotidiani rendono sempre più complicati. Evita di accettare passivamente ciò che ti perviene come “verità”.

La pressione sociale che ti indica standard di successo per non considerarti trasparente, ti motiva a correre, a fare sempre di più, a gestire rapporti competitivi, a volte autodistruttivi. Cerca di mantenere standard possibili per te, mantieni la scala dei tuoi valori, impegnati a stabilire le “tue” priorità e sii fiera di ciò che realizzi.

Benedici la tua fragilità: ti rende vero. Abbracciala, credi in te e superala momento per momento per il piacere di sperimentare le tue potenzialità e trova la forza di chiedere aiuto con la tenerezza necessaria vero di te. Studia, leggi dei grandi autori, studia le biografie dei forti, impara a riconoscere il bello ovunque sia, ascolta della bella musica, frequenta le mostre e studia i percorsi degli artisti. Abbiamo tanto da imparare mentre voliamo in altre epoche o nel futuro, tra colori e parole di qualità. Affronta le emozioni che sono la parte migliore di te, anche se dolorose: caratterizzano la tua unicità. Sentirti unito profondamente a qualcuno, ti renderà più forte. Conta su amici veri, su affetti gratuiti e sosterrai la crescita della stima in te. Non aver paura di essere debole. I miei amici più grandi sono stati tali perché mi hanno ascoltato come se non avessero mai sentito prima le parole che pronunciavo.

Una mia carissima amica, conosciuta da poco tempo, con la quale abbiamo stabilito una piattaforma di affetto già solido su cui trovare speranze, emozioni comuni, sogni da poter condividere, attività su cui concentrarci, pensieri da confrontare, mi diceva: “La nostra amicizia mi fa sentire più protetta!” E quanto è rassicurante questa sensazione assolutamente condivisa… La speranza che cresce perché sai di non essere solo.

Le persone che percepisci come forti, arrivate, al culmine delle conoscenze sulla vita, avranno comunque qualcosa ancora da apprendere. E rendersene conto, li renderà più fragili. Al contrario, sapere di non essere pronto a tutto ti mette dinanzi al reale in una posizione di forza perché ti fa concentrare.

Evita di sentirti sempre “in grado” e preparato e cerca anche di aumentare negli altri, nei tuoi figli, nelle persone a te care e non solo, il senso di protezione che deresponsabilizza e li fa sentire sempre “all’altezza di…”. In effetti, stai coltivando la loro fragilità. Non sostituirti ai tuoi figli ed educali piuttosto alle passioni, ai sogni, al desiderio di scoprire e di cercare l’ignoto. Leggi con loro, accetta le loro critiche. Guardali negli occhi e ascolta le loro paure, le ossessioni, le manie, l’incapacità di affrontare le sconfitte, i “no” della vita… Non distruggere ciò che potrà condurli a vivere una vita piena. Non renderli dei robot, tanto efficienti ma per niente accorati. Motiva i divieti e ascolta, ancora ascolta e poi ascolta con il cuore libero dai giudizi. Cresci con loro ogni giorno e ricordati che la tua presenza d’amore è viatico per la fiducia e la responsabilità. Non difenderli dai pericoli ma insegna loro a difendersi e a stimarsi anche quando cadono e non fanno gol. Per questo, invitali a migliorare ma non giudicarli se non sono i migliori. Il vostro dialogo dovrà aprire i tuoi figli a fidarsi di te, a sapere che ci sei, non per sostituirli ma per incoraggiarli che letteralmente vuol dire infondere coraggio. Troppo facile è vivere la loro vita dall’alto della tua esperienza. Amali in funzione di come sono e di cosa serve loro per diventare più fiduciosi nelle proprie possibilità. Convinciti della loro capacità, abilità di vivere e diglielo: si chiama rispetto!

Con amore per Giulia.


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