Il contrasto tra l’atteso e il reale, tra l’immaginario estivo e la realtà di questi giorni, può diventare una riflessione sul valore dell’imprevisto nella nostra vita.
Fine luglio.
Ce lo aspettavamo rovente, quasi ostile.
Invece… cielo grigio, pioggia improvvisa, balconi spalancati e condizionatori spenti. L’estate, quella dei programmi certi e delle partenze affollate, sembra essersi presa una pausa.
E noi, forse, con lei.
È curioso come l’imprevisto – persino quello che si presenta sotto forma di nuvola o vento – riesca a rimescolare i piani, a scombinare le aspettative, a farci rallentare.
Non c’è afa, non c’è frenesia: c’è spazio.
Spazio per stare, per rimandare, per ascoltare, per reinventare.
L’imprevisto ci coglie sempre un po’ impreparati, ma se accettiamo di accoglierlo, può offrirci un’occasione: quella di tornare a sentire, a osservare ciò che accade dentro e intorno a noi.
Perché anche una giornata grigia può aprire squarci di luce inaspettati.
E tu, cosa fai con l’imprevisto? Lo combatti o lo abiti?