L’abitudine di avere tutto sotto controllo

A novembre, il mio Ibiscus è fiorito come fosse a luglio… Alcuni siciliani sono stati al mare anche a Natale addirittura per fare i bagni. Le quattro stagioni è da tanto che si sono contratte e sono diventate due. Ancora oggi, in pieno inverno, nonostante la rigidità delle temperature, abbiamo la possibilità di passeggiare sotto un sole invitante anche se poi, all’ombra, si sente il freddo.

Tutti i cambiamenti climatici, al di fuori e al di sopra della nostra volontà ma non della nostra responsabilità, non ci lasciano prevedere che tempo farà…

“So bene ciò che devo fare, so anche cosa devi fare tu”, “prevedo che tra due anni riuscirò a comprare casa”, “sono certa che mio figlio diventerà un bravo avvocato, anche se ha solo 8 anni”, “vado a quell’incontro ma so già cosa mi dirà”, “quest’anno tornerò dalla vacanza abbronzatissima!”.

Le nostre previsioni, tante volte, vanno ben oltre l’immaginabile al punto tale che, proprio in conseguenza dei cambiamenti climatici, quasi viviamo in conseguenza delle previsioni atmosferiche, addirittura a distanza di un’ora. Tant’è per il nostro bisogno di avere tutto sotto controllo.

Certamente, la prudenza è una virtù ed è opportuno informarci, raccogliere dati prima di muoverci; ma altra cosa è illuderci di tenere tutto sotto controllo. Non è possibile e questo approccio altera la nostra percezione del dato di realtà. Pur di sentirci “preparati” e forti per aver pre-visto tutto, siamo costretti a far calzare su ciò che accade nella realtà, tutta una serie di alibi, responsabilità attribuite ad altro o altri, pur di ritenere che non è colpa della nostra previsione…

Sarebbe consigliabile, invece, fare il contrario: leggere lucidamente ciò che accade, fare i conti con la realtà, ripartire dagli elementi nuovi, riposizionare le energie e ripartire verso obiettivi realistici, rimodulati, rivisti, ridisegnati.

Se punti sulla tua capacità di tenere tutto sotto controllo per realizzare ciò che ti interessa, rischi di accumulare stress e alimentare una quotidianità ansiosa e ansiogena.

Invece di sciupare in maniera inefficace e dannosa le energie per controllare, poniamole sulla nostra attitudine a essere elastici e flessibili, resilienti e morbidi difronte a ciò che accade.

Un suggerimento Zen ci propone di porci difronte alla vita con l’approccio del principiante che sa di non sapere e che deve imparare apprendendo. Pensando di dover osservare più che insegnare, impareremo a condurre una quotidianità più rilassata ed efficace. Un’occasione per sperimentare quanto inutile, a tratti dannoso, sia vivere la propria vita con un approccio di “controllo”.

Prevenzione, cautela, prudenza rappresentano il viatico per qualunque percorso nell’adultità. Ma il rischio è lasciarsi condurre da una quotidianità ansiosa e in allarme, nel tentativo di pre-vedere.

Ciò che non conosciamo, già normalmente, ci spaventa; a maggior ragione, se affrontare quel tratto di ignoto, comporta un possibile rischio.

È naturale il bisogno di sentirti protetto nei confronti di ciò che accadrà per cui, a volte, associ il presente a esperienze già vissute, oppure fai riferimento a fatti sentiti o visti vivere da altri o, invece, moduli ciò che hai difronte, forzando i confini, pur di ritenere di essere già preparato.

Eppure, quante volte, si è realizzata quell’unica circostanza che non avevi previsto? E quante altre volte, una previsione, un programma, un progetto di lavoro, di vita, di relazioni o di semplici contatti hanno avuto uno sviluppo differente da quello immaginato? E ripensa anche in quante occasioni è andata molto meglio del previsto?

Dico spesso che l’ignoto è rappresentabile come una medaglia a doppia faccia: da un lato la paura, dall’altro la speranza. Temere il peggio, non ci aiuta ad affrontare ciò che accade con lucidità, concentrazione, energia. Puntiamo, invece, sull’altra faccia della medaglia: puntiamo sulla speranza!. La speranza che alimenta determinazione, tenacia, fiducia, consapevolezza. Quella speranza che ci fa chiedere aiuto, che ci rende capaci di delegare quando non ci sentiamo competenti abbastanza, che ci fa considerare la positività dei nuovi incontri, che vive le nuove occasioni con la certezza di saperle affrontare pur non avendo la sicurezza di vincere sempre…


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