Ho avuto un’infanzia difficile

Hai festeggiato il tuo compleanno qualche giorno fa e le candeline erano 35; e tu ne hai compiuto 60 a febbraio. Eppure… “È tutta colpa di mia madre…” ; “Da un genitore severo come il mio come potevo imparare a sorridere?…”

Quante volte, ripetersi queste affermazioni tra lo sconsolato e il giustificativo ha impedito di pensare in grande e agire al massimo? Certo che da un albero di limoni non nascono le pesche ma ciò che l’albero diventa nel corso del tempo non dipende esclusivamente dalla terra in cui ha allargato le sue radici.

Quante volte, invece di elaborare, superare, sublimare il proprio passato, l’azione più semplice è quella di riflettere sul proprio passato, riportare continuamente alla memoria quell’episodio di 20 o più anni fa e chiudersi in una commiserazione tombale…

Certo che le esperienze vissute nel passato, gli incontri negativi, gli avvenimenti che sarebbe stato meglio evitarsi hanno influenzato il corso degli anni successivi; ma ci è data la possibilità di guardare da un’altra prospettiva, di comprendere e andare avanti scrivendo un altro libro, più rispettoso di ciò che valiamo, più in sintonia con tempi e spazi nuovi, persone di cui circondarsi, affetti sinceri cui dare la parte migliore di sé e dare vita ad un tempo di cui essere fieri.

Evitare la tentazione di commiserarsi per le carenze dell’infanzia, per un amore con la persona sbagliata, le amicizie interrotte per fraintendimenti, litigi in famiglia perché hai preteso rispetto, o dare le responsabilità dei fallimenti all’uno o all’altra e continuare a pensare che il tuo lavoro ti stressa perché non lo hai mai voluto fare cedendo alle pressioni paterne, è rischiare di non concentrarsi sul qui e ora. È perdersi delle occasione che passano senza essere notate, incontri che sarebbero stati fondamentali e, invece, sono sembrati inutili; tentativi anemmeno presi in considerazione, rapporti da cui sarebbero derivate esperienze costruttive e motivanti.

Basta ! È tempo di guardare a ciò che si è e a ciò che si ha: molte volte si è in possesso di abilità, proprietà e facoltà che nemmeno il quotidiano non l’hanno nemmeno sfiorato.

Interrompere i pensieri sul passato e smettere di sentirsi vittima di una miriade di carnefici, concentrarsi troppo sui ricordi negativi e di dolore potrebbe ostacolare la capacità di pianificare il futuro e prepararsi a viverlo.

La nostalgia per l’infanzia non vissuta come nelle favole, quella bicicletta mai ricevuta e la carenza di quegli abbracci che ritorna in mente ogniqualvolta si nota una mamma abbracciare un bambino, potrebbe distogliere dall’affrontare le sfide e le responsabilità del presente e del futuro.

Sarebbe positivo mantenere un equilibrio tra il ricordo del passato e la preparazione per il futuro. E tutto passa dal presente… È vero che l’esperienza e i ricordi possono fornire preziose lezioni; ma è altrettanto importante essere orientati verso il futuro e concentrarsi sulle azioni necessarie per raggiungere i propri obiettivi.

Fare ricorso ai vuoti rischia di riempirli da adulti con alibi e giustificazioni che abbassano di molto l’autostima e la fiducia in se stessi e, tante volte, anche la considerazione degli altri. Chi crede di avere troppi problemi, difficilmente diviene punto di riferimento per gli altri. Chi cerca alibi alle proprie omissioni, a fatica costruisce la propria affidabilità.

Ricorrere agli errori dei genitori, a quelle incomprensioni mai sciolte, alla scarsa presenza di figure di riferimento forti, a quella insegnante che ti ha profondamente offeso o a quei compagni di scuola che ti prendevano in giro perché mangiavi troppi dolci, può essere una tentazione; ma è importante non lasciare che diventi un’alibi.

Siamo responsabili delle nostre scelte, anche se realizzate non in totale libertà al punto che, pur se non felicissimi di averle adottate, vanno accettate come prevedibili certe conseguenze non piacevoli che esse procurano. Dinanzi alla stessa situazione, siamo in grado di valutare quale debba essere l’azione meno difforme dal proprio modo di essere.

Chi ha avuto genitori assenti, probabilmente potrà contare su una agiatezza economica che altri non hanno. Chi ha avuto una figura genitoriale rigida, invece di continuare a fare muro contro muro perché questo ha imparato, si sarà forse impegnato a trasformarla in rigore e coerenza; chi ha sofferto la mancanza di attenzioni, potrà aver sviluppato una propensione alla tenerezza e alla cura. È sempre meglio evitare le reazioni e allenarsi, invece, ad agire con consapevolezza. Anche se può essere difficile superare le sfide che potrebbero derivare da esperienze familiari negative, è possibile, da adulti, cercare, tra quei danni qualcosa che invece può essere positivo per esprimersi alla grande.

È tempo male utilizzato quello che, per mantenere vivo il dolore di quel compleanno passato senza festeggiare, ha bloccato i desideri trasformando tutto in dovere; tutto quel tempo impiegato a parlar male degli insegnanti potrebbe aver intensificato il bisogno di compensare con concentrazione, ricerche, fonti di conoscenza profonde, invece di portare al blocco negli studi.

Stabilire obiettivi realistici e sognare di migliorare per il futuro è dare valore ad ogni giorno, prezioso come fosse l’ultimo.

Accettare il proprio passato è anche salvare le proprie potenzialità di oggi, è misurare la propria attitudine a trasformare in positivo ciò che accade.

Praticare l’accettazione, il perdono è offrire a se stessi la possibilità di procedere con passo più deciso in una realtà nella quale trovare sempre un posto per se stessi.

Siamo grandi grazie al passato che abbiamo vissuto; a volte, ancora più grandi per quello che ci è mancato.


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