Cosa vuoi fare da grande?

Te lo ricordi?
Quella domanda che ci facevano da bambini, come se la vita fosse già lì, definita in qualche occupazione da scegliere.

C’era chi rispondeva con sicurezza: il pompiere, la ballerina, la veterinaria, l’astronauta. E chi cambiava ogni settimana.

Poi si cresce. Si studia, si lavora, si sceglie, a volte si subisce.
E quella domanda… torna.
Torna anche da adulti, quando sentiamo che non ci riconosciamo più.
Quando abbiamo voglia di cambiare, o bisogno di ritrovarci.

“Cosa vuoi fare da grande?” non ha età. È una domanda che possiamo continuare a farci — con gentilezza, con coraggio, con curiosità, con sfida. Perché diventare grandi non è solo crescere. È continuare a diventare.

Ricordo mia madre.
Ci ha lasciato pochi giorni prima dei suoi cento anni.
Negli ultimi tempi, non la vivevo più nel confronto o nel conflitto. La osservavo con tutta la tenerezza di cui ero capace, anche se mai a sufficienza.
Mi ripeteva spesso: “Se tornassi a nascere…”

Aveva raggiunto una libertà nuova, forse mai conosciuta prima: libera dai conformismi, dalle catene invisibili in cui aveva rinchiuso gran parte della sua vita.
Ed era quella libertà che la conduceva verso aree sconosciute in cui la fantasia volava e cresceva…
“Cosa vuoi fare da grande?” a pensarci bene, è una domanda che può suonare come una violenza sottile, una corsa a crescere. Un invito precoce alla responsabilità, come se un bambino di 7, 8, 10 anni dovesse già immaginarsi adulto, pronto, formato.
Forse, la domanda serve più agli adulti che ai bambini.
Serve a tranquillizzare, a trovare il sorriso soddisfatto dei genitori se vuol fare l’ingegnere, il sorriso imbarazzato e ironico se vuol fare il muratore.
Una domanda che conduce all’interno dell’area di controllo. E da lì, iniziare a correggere, indirizzare, spostare quel sogno — se non è il sogno giusto per gli adulti… Se non è “conforme”. Se non ci rassicura.

“Dimmi cosa vuoi fare da grande… e io penserò se sarà il caso o meno di lasciartelo diventare davvero.”

Oggi, io non lo so cosa voglio fare da grande. So cosa ho fatto fino ad ora.
Ma so che voglio continuare a crescere libera.
E accompagnare gli altri — piccoli e grandi — a scoprirsi, senza dover rispondere per forza.


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