Come ti considerano?

Immagina per un momento come ti considerano i colleghi di lavoro, cosa pensano di te i ragazzi del bar sotto casa, che impressione hai fatto agli amici di quella tua conoscente quando ti ha presentato loro in quella sera a cena…

Il dato rilevante non è conoscere cosa loro pensano di te ma quale utilizzo fai di quelle considerazioni.

Ti agiti all’idea di ciò che possano credere di te? Sei attento a dire la parola che risulti gradita a tutti? Scruti con attenzione le reazioni quando ti esprimi oppure ti penti se qualcuno obietta? Vai in allarme se non elargiscono complimenti e cerchi di modificare te stesso per ottenere gradimento?

Oppure, non ti importa minimamente di risultare antipatico; continui a ripeterti che non si può piacere a tutti e ignori i commenti; vai avanti affermando che sei una persona sincera per prenderti il lusso di dire tutto ciò che ti viene in mente? Non ascolti le repliche e procedi per la tua strada più convinta di prima?

Che rilievo ha la considerazione che gli altri hanno di te? Non te ne rendi conto ma è davvero una utilissima strada per migliorare, procedere con più sicurezza di te, continuare con più determinazione nelle scelte.

Se conformi il tuo pensare ed il tuo modo di essere al consenso degli altri, l’idea che hai di te è ben poca cosa rispetto a quanto vali in assoluto. Agire per piacere e compiacere indica come poco piaci a te stesso e come poco ti interessa piacere a te stesso. Dipendere dal riconoscimento degli altri è negare le tue possibilità e il valore della tua originalità, unica e insostituibile; rendere il giudizio degli altri il motore che spinge il tuo cammino, vuol dire andare nella direzione che gli altri vogliono tu prenda. Farsi portare è raggiungere gli obiettivi degli altri. Meno faticoso, in apparenza ma terreno molto più scivoloso.

Così come ignorare la considerazione degli altri è dare una spallata a quella dimensione sociale che tante volte ci motiva, ci gratifica, ci incoraggia e tante volte ci indica la via dei cambiamenti. Se ignori ciò che pensano di te, temi il confronto e elimini la forza di quel “io percepito” che ti indica le tue potenzialità e i tuoi limiti.

Né dipendere, quindi, né ignorare la considerazione che gli altri hanno di te, ti porterà ad agevolare i tuoi percorsi di crescita.

Raccogli dati su di te, ascolta con spirito libero, rifletti, verifica, dai il giusto peso alla percezione di te da parte degli altri e lasciati interessare da cosa ti stanno comunicando… “perché non mi saluta con entusiasmo, perché non mi chiede aiuto, perché non racconta a me i suoi problemi e, quando è contento, non mi coinvolge?”

In realtà, ciò che crea il danno alla tua esistenza è dipendere o ignorare. Ma, ciò che fa tanto bene alla vita è ascoltare, ascoltare e ancora ascoltare. Poi sta a te farne buon uso!


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