Che vacanza sarà?

La domanda può sembrare curiosa.
La vacanza, in fondo, dovrebbe essere il tempo del non dover fare, della libertà, della leggerezza.
Eppure, quante volte ci ritroviamo a riempirla di programmi, aspettative, efficienza?

Grandi pulizie in casa, ritinteggiature, acquisti importanti, cambi di cameretta… e finiamo per tornare dal periodo di ferie più stanchi e stressati di prima.

Le aspettative iniziano a prendere forma già da Pasqua:
“Adesso non posso, ma quando andrò in vacanza…”
Questa frase diventa un contenitore di buoni propositi e rinvii,
un misto di promessa e minaccia, un avvertimento che grava sull’estate.

E finiamo per occupare l’idea di vacanza con un’altra forma di performance!

Forse, invece, gestirla non significa organizzarla al millimetro, ma scegliere con intenzione come vogliamo sentirci.
Più che decidere che cosa fare, dovremmo domandarci di che cosa abbiamo davvero bisogno per riposare, ora che – almeno in teoria – si riducono le richieste degli altri.

Facciamo di questo tempo sospeso un’occasione per dare spazio al silenzio, alle pause, al respiro lento e senza affanno.

Vacanza può voler dire anche questo.
Godere maggiormente delle persone, curare meno le cose.
Togliere qualche notifica dal cellulare, concederci un buon libro,
rivedere quella serie che abbiamo seguito a metà tra il sonno e la veglia,
fare qualcosa con le mani, uscire con gli amici, camminare nelle ore più fresche.

Creiamo una discontinuità nei ritmi,
ascoltiamo ciò che ci rigenera davvero.

E – forse per la prima volta – accettiamo che
non fare nulla sia un gesto rivoluzionario.
E diventiamone i paladini!


Pubblicato

in

da

Tag: